Categoria: Racconti

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Chi è già agli arresti domiciliari, come pena alternativa al carcere, dovrà detrarre quelli della quarantena dal computo dei giorni da scontare?

Comunque sia, sono contento di non essere stato un criminale. Non mi piace la vita che gli tocca fare.

Avevamo tanti contatti, senza spostarci. Forse è così anche in paradiso: basta essere sulla frequenza spirituale giusta e che il Sistema Operativo Celeste funzioni.

Ma tutti questi contatti, in definitiva, valevano la pena… o era solo gente alla ricerca di un orecchio in ascolto?

Se uno non si sente bene, stando solo, forse è perché non gradisce la compagnia… Intendo dire la sua… e se non piace neppure a se stesso… deve farci sopra un pensierino…

Quelli invece innamorati di se stessi dovrebbero star contenti, giacché saranno di certo ricambiati.

Che vogliono ancora… la nostra convalida?

È in atto una selezione della specie, col virus, e per analogia si selezionano gli amici.

Inizi a scartare quelli che ti telefonano solo per raccontarti le loro belle imprese.

Quelli che parlano, a raffica, in un soliloquio, e non ti lasciano dire.

Devi ascoltarli per forza, finché non gli blocchi il numero sul telefonino.

Ti sei stufato di essere il loro psicologo gratuito.

O meglio, di essere la cloaca del loro sfogatoio.

Sono pochi quelli che vogliono realmente sapere come stai.

Sono pochi, ma bastano.

Teniamoceli cari.

UN ULTIMO ABBRACCIO DA MONDUZ

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Il coronavirus è un incosciente… un assassino… uno scarto cinese? No, un effetto collaterale dell’origine della vita.

Il virus sta lavorando, senza nemmeno saperlo, per il Grande Disegno: l’evoluzione delle specie. Per arrivare ad essere uomo, di strada dovrebbe farne. Non gli basterà salire su un aereo in partenza da Wuhan.

E poi chi dice che noi umani siamo il prodotto finale? Lo diciamo noi! Ah ecco… dimenticavo che noi siamo fatti a immagine e somiglianza di qualcun Altro… no, non siamo esattamente modesti…

A parte la tragedia che stiamo vivendo, dal punto di vista umano, cerchiamo di vedere se c’è qualcosa di positivo, in questo macello.

Il virus ci ha costretti in casa, ci ha costretti a pensare.

Ci siamo resi conto di chi sono i nostri veri amici… e sono pochissimi. Senza affari in comune o altri giochi di privilegio, restano solo quelli che condividono con noi semplicemente la consapevolezza di essere vivi, di essere un soffio nel vento. Affratellati da un sogno in comune, che per abitudine chiamiamo “vita”.

La vita come selezione delle specie e selezione delle amicizie. Ho cancellato vari nomi dalla rubrica. L’ho sfoltita, grazie al virus. Qui sopravvive chi ha un buon sistema immunitario. Nella rubrica sopravvive chi è davvero un amico.

Il virus ci ha fatto capire molte altre cose. Che viviamo in una bolla mentale, e noi ci mettiamo al centro, d’ufficio. Un mondo ego-centrico. Come certi “amici” al telefono: c’è uno che parla e nessuno che ascolta.

La civiltà umana… questo ammasso di fumi pestilenziali, di auto puzzolenti, di parole al vento, di media che replicano i soliti mantra. Siamo al centro del mondo. Del nostro mondo. Un mondo che c’è solo nella nostra mente.

Con l’amico vaccino (un amico vero…) noi torneremo a vivere, ma non sono sicuro che sarà la stessa vita. Meno amici nella rubrica, meno illusioni di onnipotenza, ma un passo avanti verso la consapevolezza…

Gianni Monduzzi

 

 

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Circa la scuola, la ministra Azzolina ha parlato chiaro: data l’emergenza coronavirus, gli scolari saranno tutti promossi. Tranne quelli bocciati. Che però saranno introvabili, per motivi di privacy.

Gli esami di maturità si faranno in modo serio. I professori saranno accigliati, nemmeno un sorriso, anche perché dover promuovere tutti, non li metterà di buon umore.

Niente sei politico. Quello semmai è riservato alla ministra Azzolina. Sarà permesso il sette o l’otto politico, in deroga.  Queste eccezioni saranno chiarite con successiva ordinanza, sentito il parere del MES.

La maturità si farà “in presenza” del candidato. Qualora il candidato fosse assente, si prenderà un bidello come sostituto.

Come si fa per la revisione delle auto fuori norma: il meccanico ne usa un’altra come controfigura.

Ma l’esame va fatto, è una performance cui non possiamo rinunciare.

Senza l’esame di maturità il mondo non sarebbe più lo stesso. Giovani immaturi bivaccherebbero per le strade assorti nei loro telefonini. Vestirebbero pantaloni pieni di buchi. Passerebbero le giornate con i videogiochi.

La scuola online si è rivelata un successo. Dunque, gli edifici scolastici potrebbero essere convertiti per usi diversi. Ad esempio, come carceri per detenuti in semilibertà. Una destinazione d’uso compatibile, dato la loro fatiscenza.

Stando in casa loro, gli alunni potranno seguire comodamente le lezioni in pantofole, senza uscire a prendere freddo, e tutta la famiglia si troverebbe unita, nel dare suggerimenti al figliolo interrogato, stando nascosta dietro gli armadi.

Le lezioni seguite nel dormiveglia hanno dato risultati inattesi: le medie dei voti si sono alzate parecchio. Di questo va dato merito alle mamme e soprattutto a Wikipedia, che non è mai stata consultata così tanto, in orario scolastico…

Anche i professori hanno avuto l’opportunità di aggiornarsi sulle nuove tecnologie. Ora sanno cos’è una videochiamata, e hanno finalmente imparato a usare la telecamera del telefonino.

Con l’assistenza degli scolari.

Si è risparmiato su vari fronti: sul riscaldamento delle aule scolastiche, sui biglietti dei bus… anche i bidelli hanno avuto i loro vantaggi, realizzando il loro sogno inconfessato di non fare niente del tutto.

I ragazzi hanno smesso di fumare nei bagni, di rimbambirsi dietro le curve delle loro compagne, di darsi malati per nulla. Se vuoi darti assente, basta staccare la videochiamata… si sa che ogni tanto il campo non prende.

In conclusione: la scuola si è modernizzata, senza volerlo. Non è più la stessa.

Di questo passo, alla lunga, si metterà in pari coi tempi.

Basteranno altre due o tre pandemie…

Gianni Monduzzi

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Noi, del ’46, pensavamo di averla sfangata. Una vita intera senza guerre! Era capitato forse un paio di volte nella storia dell’umanità…

E invece no, quando pensavamo di tagliare il traguardo, lasciandoci alle spalle una vita tutta in pace, ecco che la guerra arriva!

E’ una guerra tutta a modo suo, abbastanza confortevole, per molti, ma purtroppo anche qui i morti ci sono…

Si fa vita in trincea, in un modo strano, stando chiusi in casa. Un bel vantaggio, se guardi le foto della Prima Guerra.

(No, che non erano brutti, quei soldati, è che non c’era ancora Photoshop…)

Non esiste un “fronte”, perché il fronte è dappertutto e in nessun luogo.

Una guerra che si fa tappati in casa, non accatastati nei rifugi aerei… il nemico non tira bombe dal cielo… ti scoppia dentro, all’improvviso, come un petardo ritardato.

Una specie di roulette russa: il virus tira a sorte ogni giorno un bel po’ di gente.

Fa l’appello. Se chiama il tuo nome, sei nei guai. Se ti salta, stai chiuso in casa, e salti un giorno.

C’è una via intermedia, che passa per un ospedale, una specie di prova di recupero, dagli esiti incerti.

La cambusa non è stata mai così ben fornita: piramidi di scatolame in dispensa, sacchi di pasta, pelati, tutto pronto per una guerra di logoramento.

Poi si scopre che il mangiare non manca, sono le mascherine, che non le trovi neanche a pagarle.

Quelle che avevamo preparato per il carnevale non vanno bene. Sono fatte per nasconderci in modo diverso.

Quelle giuste le fanno in un altro mondo.

Un mondo lontano, da cui ci arriva tutto, sottocosto: elettronica, abiti, limoni, agli… anche i virus…

Eccolo: vi presento il nemico. Più piccolo di così non si era mai visto.

È solo il portavoce di altre creature, più simili a noi, tranne che per gli occhi tagliati a fessura…

Hanno, di base, uno sguardo che pare il nostro, quando siamo inviperiti…

Faranno rimpiangere il coronavirus… ai nostri pronipoti…

Gianni Monduzzi

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Il virus, da vero bastardo, non si è alleato con la brava gente, quella che apre i negozi nella speranza di resistere, e mette la transenna sull’entrata, lascia i guantini e il disinfettante all’ingresso, per i clienti.

Il virus non viene incontro a quelli che tentano faticosamente di ripartire per sopravvivere.

No, lui si è messo in combutta con le grandi canaglie, come Zuckerberg e Bezos di Amazon, favorendo i loro affari, come se non fossero già ricchi abbastanza, avendo ormai, da soli, il bilancio dell’Italia intera (e… prima del virus…).

Bezos è un genio assatanato: che idea, quella di vendere la roba sottocosto! Così fa fuori la concorrenza, si crea un monopolio e domina il mondo delle vendite online. Deve aver studiato in Cina.

Ma è Zuckerberg quello che più mi sta sulle palle. Uno che si tiene tutto e non spartisce la torta.

Uno che ha studiato cinese, perché ha capito che quella è la sua civiltà di riferimento…

Parlare male di Zuckerberg, da parte mia, è quasi una bestemmia, nel senso che è tale la sproporzione tra me e lui, che sta all’incirca come quella che ho col Padreterno.

Facendo il conto, credo lui sia 100.000 volte più ricco di me. Il che vuol dire che potrebbe mangiare ogni giorno dieci tonnellate di spaghetti a ogni pasto, contro i miei cento grammi… cosa che pare non faccia, visto che è pure magro.

Dove la metterà tutta quella pasta? Non credo che la regali ai poveracci.

Comunque, io ingrasso e lui no. Succede solo ai veri ricchi.

Visto il suo bilancio, potrebbe sdraiarsi sull’Italia intera come Gulliver, bagnarsi i piedi nel mar Tirreno e dire: questa è la mia spiaggia.

Non ha tempo per farlo.

Deve arricchirsi.

Grazie al virus, suo alleato.

Social network?

No, social virus.

Gianni Monduzzi

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Dobbiamo studiare il Coronavirus, come si fa col nemico, se vogliamo annientarlo. Per conoscerlo meglio, proviamo a vedere le cose dal suo punto di vista.

Il virus è un primo affacciarsi della materia alla vita. Non siamo poi tanto diversi, noi. Siamo più complicati, ma veniamo comunque da questo pianeta. Se vai nel sottile, siamo fatti di molecole organiche, come lui.

Lui non ha ancora una coscienza… addirittura non può neppure definirsi “vivo” perché non possiede nemmeno un DNA. È un esperimento dell’albero della vita.

Corrisponde pressappoco a un pezzo incompleto di una nostra cellula. È un tipo semplice, che però tira dritto, senza tanti giri di frase, come tutti gli ignoranti, alla Donald Trump…

Il virus ci sta antipatico perché, per vivere, deve appoggiarsi a noi, alle nostre cellule. Talvolta esagera e ci ammazza. È capitato anche ai nostri fratelli d’Oltralpe.

Sul nostro pianeta lo sport preferito è sopraffarsi, gli uni con gli altri. È la selezione naturale. Qui funziona così. Non è come in paradiso, che ci si fa gli inchini, tra esseri di stati evolutivi diversi.

Qui si combatte per non soccombere, lo fanno tutte le specie. Ci si deve affermare sugli altri. Come ad Harvard.

In un certo senso, il virus si nutre di noi… questo stronzo… ma noi non facciamo molto di diverso con polli, maiali e fragole. Ci nutriamo della terra e dei suoi derivati. Per tirare avanti, si fa così.

Noi ci riproduciamo in modo lussurioso, creativo e bizzarro. In modo spettacolare. Ci si fanno su anche dei film. Ma ci riproduciamo anche noi, come tentano di fare i virus, e non andiamo tanto per il sottile, quando ci tocca.

Noi vinceremo sui virus, è sempre stato così. Noi siamo più complicati e vinceremo… In realtà finiremo per convivere con loro, saremo costretti a farlo, come noi Italiani in Europa.

Gianni Monduzzi

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PIOVONO I SOLDI…

Il governo ha stanziato miliardi per la ripresa. Miliardi infiniti. Soldi della divisa di chi non ne ha: ovvero, debiti.

Da dove verranno le coperture? Dalla BCE? No, che non lo fa, per non offendere i padroni tedeschi e i loro paggi olandesi. Non verranno nemmeno dalla Comunità Europea, quella non può stampare soldi, solo debiti!

Insomma, nessuno ha visto un euro. Però è stata un’operazione psicologica che ci ha messo di buon umore, ci ha fatto sentire opulenti, per un attimo, senza che lo stato abbia speso nulla.

Raddoppio della cassa integrazione, ristoro degli affitti al 60%… contributo per opere di riqualificazione energetica al 110%! Fai i lavori gratis e ci guadagni pure… salvo il fatto che non li incasserai mai…

Puoi cedere, infatti, il credito fiscale ad altri… ma chi ha più delle tasse da pagare? Siamo tutti a credito d’imposta: non abbiamo utili! Ci rimbalzeremo crediti contro crediti, debiti contro debiti: saldo euro zero in cassa, che è vuota.

Soldi per tutti, soldi che non ci sono, che cadono dal cielo, una manna… E gli Italiani guardano in su, ma non vedono cadere una foglia di carta filigranata… In lontananza, solo il canto delle Valchirie, che in coro tuonano: Nein!

…E ARRIVANO I SOCCORSI!

Nel frattempo, tutto il mondo è venuto in soccorso all’Italia, ognuno a modo suo: i russi dandoci respiratori guasti, i cinesi con mascherine taroccate, i tedeschi indecisi se allungarci una partita di clorochina al luppolo, scaduta.

Anche gli olandesi, in un sussulto di umanità, ci hanno donato un container di tulipani appassiti, per i nostri cari, vittime del coronavirus.

I francesi forse ci sbologneranno le etichette, “made in France”, che volevano appiccicare sopra i nostri prodotti. I prodotti non li abbiamo potuti fare, stando chiusi in casa, dunque le etichette gli saranno rimaste.

Quando torneremo alla vita, in effetti, ne avremmo bisogno delle etichette francesi! Non siamo più abituati a usare la nostra roba senza la “griffe”. Sarebbe una caduta di stile, vero, monsieur Arnault?

Gianni Monduzzi

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Le librerie hanno aperto, per prime. È stata una buona idea politica. Rischio contagio bassissimo: le librerie raramente sono affollate. Essendo aperte solo loro, la gente finalmente ci è entrata. Pur di comprare qualcosa si è rassegnata persino ad acquistare un libro.

In realtà, per fortuna, le farmacie, i tabaccai e i supermercati non hanno mai chiuso. Io ne ho abusato. Non ho mai preso tanto Tavor, fumato tanti toscani, non ho mai bevuto così. Tavor, toscano e bottiglia sono diventati i miei tre compagni per andare a caccia di vita, i complici con cui ammazzo le giornate.

I giornalai, penso siano rimasti aperti per offrire la scusa a fare due passi per chi non ha il cane.  Le notizie circolano veloci sui computer, sulle TV, sui cellulari. La carta la si usa in bagno.

Le notizie arrivano ancora prima che le cose succedano. Infatti, le smentite sono di regola. I giornali vanno  bene per gli approfondimenti? C’è ancora qualcuno che vuole approfondire? Ne sanno tutti di più dei giornali…

La superficialità ci basta. Dopo tre righe, siamo stufi.

Ora finalmente apriranno anche gli altri negozi. Ma, appena il virus si riprende, si farà un passo indietro, come nel gioco dell’oca. Il virus è un grande bastardo: un giorno ti offre la speranza, per togliertela il giorno dopo. Come certe squinzie che sembrano sempre a un passo da dartela.

Poi apriranno anche gli altri negozi, ma la gente… riapparirà? Un conto è uscire con la mascherina per gli alimenti, per sopravvivere. Un altro uscire in maschera a vivere il quotidiano. Non è un bel carnevale, quello che ci si presenta. Ci è passata la voglia di lanciare coriandoli.

I ristoranti apriranno per ultimi: la ciliegina sulla torta? Mah… ho paura che saranno anche i primi a richiudere. La loro forza sta nello stipare la gente all’inverosimile… Dovendola tenere distante, non faranno cassa.

Andare al ristorante, bardati come per entrare in un reparto di malattie infettive, fa passare la voglia. E poi… sentirsi spiati da quelli dei tavoli vicini… che ci sospettano di volerli infettare col nostro comportamento dissoluto…

La mascherina ci ricorda che viviamo in un grande “day hospital”…

Gianni Monduzzi

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Nonostante le numerose cure preventive fai-da-te che si azzuffano sul WEB, il virus resiste imperterrito.

Si è cominciato con la vitamina C in dosi robuste, per passare all’aspirina, agli antinfiammatori. Ogni volta, non li trovavi più in nessuna farmacia. Poi riapparivano, impotenti, mesti, sconfitti.

Le mascherine sono state introvabili per tutto il tempo e non era certa nemmeno la loro funzione. Servivano per proteggere se stessi? No, per non infettare gli altri. Allora… la musica cambia… la passione si affievolisce…

Lavarsi spesso le mani. Certo. Ma se stai chiuso in casa? Te le lavi lo stesso, per vizio: è diventato un tic nervoso.

I disinfettanti sono andati a ruba. Ho sterilizzato borsine, chiavi, banconote…. Anche la boccetta del disinfettante. Poi sono passato all’alcol puro, quello per fare le ciliegie sotto spirito.

Finito anche quello ora mi tocca di sacrificare la vodka… la do sui pulsanti dell’ascensore, sulla maniglia della porta. Chi entrasse da me penserebbe di essere finito in un’osteria.

Per fortuna non entra nessuno, tranne il gatto, che però, ultimamente, mi sembra ciondolare un po’ da ubriaco.

Donald Trump ha consigliato di iniettarseli, i disinfettanti, lui è uno che va dritto al bersaglio. Io mi limito ad assumere brandy d’annata. Non in vena. Per ora…

Personalmente, non avendo altra attività fallimentare sottomano, ho riscoperto la gioia di scrivere. È pur sempre una cura. Ma dovrò smetterla. Non posso continuare, a scapito dei miei più cari amici. Non voglio perderli.

Gianni Monduzzi

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L’Unione Europea è nata per punire i reprobi, sapendo già fin dall’inizio chi erano… noi l’abbiamo accettata, come castigo per la nostra natura gaudente, orientata alla bellezza, alla vita, decisi a cambiare le nostre abitudini, a vivere per produrre il PIL, per imparare come si fa a dominare il mondo… o perlomeno qualcuno del terzo mondo…

Pensavamo che l’euro ci avrebbe emancipato, che ci avrebbe insegnato il tedesco, nel gestire i debiti… che ci avrebbe infuso la furbizia francese nel mettere etichette sul lavoro degli altri. Che avremmo avuto a disposizione tulipani a mazzi, a tassazione agevolata, da regalare alle nostre donne…

E invece no, i debiti sono sempre più nostri, non ce li tocca nessuno, e crescono più alti dei tulipani. Noi continuiamo imperterriti ad amare la vita e la bellezza. In una parola: siamo incorreggibili.

I nostri partner europei si sono stufati di noi, del nostro stile di vita, della nostra gioia di vivere. Loro sanno che è il PIL quello che conta nella vita, che bisogna produrre per consumare. Sono andati a scuola dagli americani e hanno imparato il verbo.

Chiusi in casa non possiamo consumare come si deve, come richiesto del PIL. Mangiamo il più possibile, ma non basta ingozzarsi per fare contento il PIL.

Ordiniamo cose inutili su Amazon, ma ci arrivano così in ritardo che non ci ricordiamo più perché le abbiamo ordinate. Dobbiamo consumare di più. Per la patria, per progresso, per il PIL.

Forse dovremo riflettere anche sul PIL e le sue regole. Siamo sicuri che la vita sia una missione per aumentare il Prodotto Interno Lordo?

Comunque sia, il virus ha scoperchiato il nostro castello di debiti, il nostro welfare, la nostra sanità da primato, tagli dopo tagli ai finanziamenti. Ognuno di noi dovrà rompere il porcellino e finanziare tutti gli sperperi, le mazzette, le elargizioni da voto populista.

Finita la sbornia del “reddito di cittadinanza”, ci resterà il mal di testa del “debito di cittadinanza”.

Gianni Monduzzi

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