RACCONTI DALLA QUARANTENA #12 – LA RIPRESA SEQUENZIALE

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Pare che tra pochi giorni finirà la quarantena. Almeno quella in senso stretto. Sarà una ripresa graduale, a scaglioni, per ricondizionarci lentamente. Potremo dapprima allontanarci cento metri in più da casa, fino al negozio di calzature, per comprare nuove ciabatte: quelle vecchie hanno risentito dell’uso intensivo.

I nostri governanti, consapevoli dell’azzardo morale di far uscire, tutti in una volta, sessanta milioni di internati, studieranno il modo di non creare panico tra i cinghiali che vagano indisturbati per le strade e i colombi che hanno fatto il nido sui semafori.

Sono soprattutto preoccupati per noi umani, che non siamo più abituati a muoverci. Sarà come levarci un’ingessatura. Chissà quante tendiniti, strappi muscolari ci buscheremo, a superare i cento metri piani.

Il fatto è che non siamo più abituati a vivere. Abbiamo avuto troppo tempo per pensare, non tutti eravamo preparati. Questo si è visto dalla roba che circola sui social networks… sì, ci siamo esauriti mentalmente, a seguire le teorie complottiste e le spiegazioni dei virologi… che, abbiamo scoperto, sono più numerosi dei virus…

Per non parlare del senso vero della vita, di cosa ci stiamo qui a fare, per davvero… ora siamo spenti. Esauriti.

In pochi mesi ci siamo scordati di com’era fatto un ristorante… e il treno… chi l’ha più visto? È vero che i vagoni sono stati riconvertiti a sale mobili di terapia intensiva? No, forse sono solo “fake news”… ne sono circolate tante…

A molti di noi cominciava a piacere questa vita “Total-confort”. Tutto sotto controllo. Dalla dispensa al bagno, passando un bel po’ per la cucina… con molte amenità: TV, PC, Telefonino… ora ci sentiamo tutti più anziani.

Figuriamoci chi lo era già! Qualcuno ha proposto di tenerci in casa tutto l’anno, così non rompiamo le palle oziando in giro… una specie di check-in per la casa di riposo.

Non ci pensiamo proprio! Abbiamo investito troppo per la sopravvivenza e non possiamo mettere a rischio tutto questo lavoro di segregazione. Ormai ci tocca vivere per forza. Chi tornerà in ufficio, con la mascherina, chi ai giardinetti, con la mascherina, chi a ciondolare in centro come il solito, ma con la mascherina.

Si era appeno proibito il chador, ed è venuto fuori l’obbligo di coprirsi il volto in modo nuovo… è la punizione di Allah? Mah… tutte le religioni hanno molto sofferto, di questi tempi. A parte la iattura di non poter andare a messa, molti di noi hanno cominciato a nutrire dubbi sulle caratteristiche del Padreterno… ma qui non oso mettere becco.

Gianni Monduzzi

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