RACCONTI DALLA QUARANTENA #15 – VIRUS VS USA

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Da anni ormai l’America è il sogno di chi ci va credendosi più in gamba degli altri ma spesso accetta di farsi sfruttare, una volta caduto dal pero. Questo meccanismo alimenta nel complesso il grande sogno americano. Un paese per geni, bulli e disperati. Trump è il presidente giusto per mettere in chiaro com’è la situazione.

Trump non è mica stupido: ha capito che facendo lo scemo guadagna consensi da buona parte degli elettori che s’identificano giocondamente in lui. Attraverso Trump metà degli americani si sentono tutti tycoon.

Poi è arrivato un virus più aggressivo di Trump: si è scatenata una lotta tra titani e bulli.

Trump non può aumentare i dazi contro di lui o alzare muri di confine: il virus passa ovunque. Trump ha le portaerei? Col virus non servono. Ci vogliono ospedali.

Ahi ahi… la sanità in America è roba da signori, e il virus è proletario, nato in un ambiente ostile, è un vero teppista, mica un rapper col Rolex.

Non basta un tweet minaccioso a fermarlo. Non si lascia intimidire, non si fa irretire nemmeno dal sogno americano. L’unica cosa che il virus teme davvero è il vaccino. Quello che non c’è.

Com’è strano il mondo… basta un mezzo microbo a mettere in crisi la nazione più potente del mondo. Greta Thumberg ha aperto la strada…

Ma questo qui è messo molto peggio… il virus ha tutte le sindromi del mondo: RNA da jihadista, membrane citoplasmatiche incomplete, corone di spine… ti ammazza dall’interno, silenzioso.

Lavora sottotraccia, ti attacca i polmoni, anche senza gas letali, poi crepa pure lui, in un abbraccio mortale con l’ospite che gli ha prestato quello che aveva di più caro: le sue cellule! Ricorda certi gerarchi nazisti di un tempo…

Ricorda anche qualcun altro, meno lontano nel tempo…

Gianni Monduzzi

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