RACCONTI DALLA QUARANTENA #20 – L’AGOGNATA RIAPERTURA

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Oggi finalmente si poteva uscire! Io non l’ho fatto. Ho guardato la strada giù dalla finestra e ho contato almeno dieci persone. Che ressa… non ci sono mica più abituato! E poi non sono il tipo che esce a comando. Uscirò quando pare a me.

La verità è che dopo tanti giorni, sempre uguali, a fare le prove, ho raggiunto la perfezione, nella sequenza delle attività. Ho allestito la giornata perfetta.

Dalla colazione alla rientrata nel letto, ogni gesto è stato perfezionato, rifinito, ogni ventiquattrore, sempre di più. Dalla disposizione delle ciabatte, all’angolo della disinfezione: alcol, amuchina, mascherine, guanti di lattice…

Ogni ora ha la sua attività, ogni cantuccio ha le sue cose. In casa, le ho tutte disposte con cura, ho avuto finalmente il tempo per farlo. Se manca la luce, di notte, trovo tutto senza bisogno di una candela.

L’assetto degli oggetti sulla mia scrivania ha trovato la scenografia definitiva. Li ho spostati più volte, ma ora ho trovato l’inquadratura.

Ho scoperto che la vita è un film, o forse meglio, una commedia, che va in scena ogni giorno. Con o senza virus, alla fine è una gran replica. Pensandoci bene, facevo circa le stesse cose anche prima. Ma con meno esattezza.

Per questo, in teatro, si fanno le prove. Noi abbiamo avuto il tempo per farle, ora siamo pronti per salire sul palcoscenico… possiamo finalmente andare fuori!

Che? Uscire di casa, per ciondolare lungo le strade, non era previsto nel mio copione! E quindi non l’ho messo in scena. Oltretutto Bologna la conosco a memoria e non so perché dovrei visitarla, visto che non ho da fare la spesa.

Mio figlio è uscito in macchina, ma non sa nemmeno lui dove andare. Credo che farà un giro sui viali di circonvallazione. Così potrà verificare che Bologna, nonostante il virus, è ancora tonda.

Mia moglie invece ha trovato un caffè aperto e si è finalmente bevuta un ginseng. L’ho vista rientrare col bicchierino di plastica in mano, felice come una bambina. Il bicchiere l’ha lavato e poi l’ha messo su quel ripiano, dove tiene i suoi più cari ricordi.

Una nuova reliquia di plastica…

Ci risiamo – ho pensato – con questa faccenda del monouso contro il contagio, sai quanta plastica invaderà di nuovo gli oceani…

Signora Terra, è finita la tregua: l’essere umano si è rimesso al lavoro!

Gianni Monduzzi

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