RACCONTI DALLA QUARANTENA #28 – RICCHI VIRALI

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Il virus, da vero bastardo, non si è alleato con la brava gente, quella che apre i negozi nella speranza di resistere, e mette la transenna sull’entrata, lascia i guantini e il disinfettante all’ingresso, per i clienti.

Il virus non viene incontro a quelli che tentano faticosamente di ripartire per sopravvivere.

No, lui si è messo in combutta con le grandi canaglie, come Zuckerberg e Bezos di Amazon, favorendo i loro affari, come se non fossero già ricchi abbastanza, avendo ormai, da soli, il bilancio dell’Italia intera (e… prima del virus…).

Bezos è un genio assatanato: che idea, quella di vendere la roba sottocosto! Così fa fuori la concorrenza, si crea un monopolio e domina il mondo delle vendite online. Deve aver studiato in Cina.

Ma è Zuckerberg quello che più mi sta sulle palle. Uno che si tiene tutto e non spartisce la torta.

Uno che ha studiato cinese, perché ha capito che quella è la sua civiltà di riferimento…

Parlare male di Zuckerberg, da parte mia, è quasi una bestemmia, nel senso che è tale la sproporzione tra me e lui, che sta all’incirca come quella che ho col Padreterno.

Facendo il conto, credo lui sia 100.000 volte più ricco di me. Il che vuol dire che potrebbe mangiare ogni giorno dieci tonnellate di spaghetti a ogni pasto, contro i miei cento grammi… cosa che pare non faccia, visto che è pure magro.

Dove la metterà tutta quella pasta? Non credo che la regali ai poveracci.

Comunque, io ingrasso e lui no. Succede solo ai veri ricchi.

Visto il suo bilancio, potrebbe sdraiarsi sull’Italia intera come Gulliver, bagnarsi i piedi nel mar Tirreno e dire: questa è la mia spiaggia.

Non ha tempo per farlo.

Deve arricchirsi.

Grazie al virus, suo alleato.

Social network?

No, social virus.

Gianni Monduzzi

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