RACCONTI DALLA QUARANTENA #29 – LA NOSTRA GUERRA

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Noi, del ’46, pensavamo di averla sfangata. Una vita intera senza guerre! Era capitato forse un paio di volte nella storia dell’umanità…

E invece no, quando pensavamo di tagliare il traguardo, lasciandoci alle spalle una vita tutta in pace, ecco che la guerra arriva!

E’ una guerra tutta a modo suo, abbastanza confortevole, per molti, ma purtroppo anche qui i morti ci sono…

Si fa vita in trincea, in un modo strano, stando chiusi in casa. Un bel vantaggio, se guardi le foto della Prima Guerra.

(No, che non erano brutti, quei soldati, è che non c’era ancora Photoshop…)

Non esiste un “fronte”, perché il fronte è dappertutto e in nessun luogo.

Una guerra che si fa tappati in casa, non accatastati nei rifugi aerei… il nemico non tira bombe dal cielo… ti scoppia dentro, all’improvviso, come un petardo ritardato.

Una specie di roulette russa: il virus tira a sorte ogni giorno un bel po’ di gente.

Fa l’appello. Se chiama il tuo nome, sei nei guai. Se ti salta, stai chiuso in casa, e salti un giorno.

C’è una via intermedia, che passa per un ospedale, una specie di prova di recupero, dagli esiti incerti.

La cambusa non è stata mai così ben fornita: piramidi di scatolame in dispensa, sacchi di pasta, pelati, tutto pronto per una guerra di logoramento.

Poi si scopre che il mangiare non manca, sono le mascherine, che non le trovi neanche a pagarle.

Quelle che avevamo preparato per il carnevale non vanno bene. Sono fatte per nasconderci in modo diverso.

Quelle giuste le fanno in un altro mondo.

Un mondo lontano, da cui ci arriva tutto, sottocosto: elettronica, abiti, limoni, agli… anche i virus…

Eccolo: vi presento il nemico. Più piccolo di così non si era mai visto.

È solo il portavoce di altre creature, più simili a noi, tranne che per gli occhi tagliati a fessura…

Hanno, di base, uno sguardo che pare il nostro, quando siamo inviperiti…

Faranno rimpiangere il coronavirus… ai nostri pronipoti…

Gianni Monduzzi

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