Elogio della discoteca

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Sarà una forma di masochismo, ma non so resistere, specialmente quando sono in vacanza: lo debbo fare. A volte ho tentato di andare a coricarmi senza, ma poi una forza superiore mi ha ordinato di rivestirmi, di parcheggiare l’auto in posizione assurda e, alla fine, di entrare.
Sto parlando della discoteca più vicina, naturalmente: l’antro maliardo della frustrazione sessuale, il teatro stabile dello psicodramma collettivo sexy-analfabeta, il trionfo della lusinga afasica.
Grazie ai suoi decibel da infarto acustico, qui finalmente il concetto di democrazia trova la sua massima applicazione: nella totale assenza di ogni forma di linguaggio evoluto, il tuo coefficiente mentale si livella armoniosamente attorno alla media di Canale 5. Dovendo star zitto, nessuno potrà schiacciare il suo prossimo con motti di spirito e argomentazioni complesse. L’aristocrazia del pensiero finalmente è neutralizzata.

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