Ah, le donne!

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Vengono, con un sorriso dolce negli occhi, alla fonte del tuo carisma. Prima ti saggiano: una taratura delle sicurezze. Se vacilli ti azzannano. Giocano la sfida delle dolcezze. Devi dimostrarti diverso da loro. Altrimenti il disprezzo è già scritto. Il loro umido sguardo si fa glaciale segreteria telefonica. Tu le chiami per primo e sei morto. Non sei più un uomo. Sei una spalmatura elettromagnetica in un nastro di segreteria.
Ma la tua stoffa di sorriso non cede, e loro si flettono, prendono tempo. Sanno usarlo il tempo. Sono un sesso fiacco, la loro voglia sa attendere. Sembrano diventare tue adepte. Ti piazzano alto, sopra un piedistallo. Ma è solo per studiarti meglio. Ti amano stretto per tenerti d’occhio. Ti amano per diventare te. Tu, dio delle loro illusioni. Tu non deluderle. Se diventi loro, sei perduto. Sarai un dio rispedito all’inferno. Un dio elettromagnetico.

Donne, cavalcatrici dei tuoi sogni. Pronte a sponsorizzare ogni tua follia. Basta tu sia convinto e qualcuna ti seguirà. Ti sfoglierà come un libro rosa. Convinta di averti scritto lei.
Donne. Quelle che ti restano fuori e quelle che ce le hai dentro, da qualche parte di te. Che ti leggono e non si fanno decifrare. Tu le guardi, di fuori, ma loro ti vedono dentro. Dunque, le combatti in te, le cerchi, le vuoi.
Non le puoi prevedere. Sono loro che giocano te. Ti stanno dintorno e tu ci sei dentro. Sono esterne al tuo perimetro. Il loro sorriso è il riassunto del tuo. Ti è chiaro ora il significato della parola “com-prendere”?
Vorresti batterle in un sogno impossibile. Capirle, per liberarti della loro poesia. Decodificarle, per uscire dalla loro tela di seduzione. L’intelligenza lotta per la libertà, ma è sedotta dal rischio di perdersi. Si cinge di reti, di fantasie. Reclama la voluttà della sconfitta.
Aiutala a cessare di comprendere. La tua intelligenza ha diritto di amare.

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