RACCONTI DALLA QUARANTENA #5 – FURBETTI O BASTARDI?

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Quando leggo sui giornali questo aggettivo ambiguo, ammiccante, attribuito a personaggi che disattendono la quarantena, disseminano virus, si fanno beffe delle regole per salvare la vita altrui, m’incazzo davvero. Furbo, nel dizionario italiano significa persona ”che riesce a cavarsi d’impaccio”, non “disonesto, scorretto, menefreghista, malvagio”.

Ma è il vezzeggiativo “– etto” che mi manda in bestia: va usato per aggiungere grazia e simpatia a un aggettivo. Il termine “furbetto” sottintende quindi una forma di malcelata ammirazione per un comportamento in realtà repellente, che è da stigmatizzare.

Credo che in questo termine ci sia dentro tutta la debolezza del nostro paese, credo che sia la fotografia di un modo perverso di concedere indulgenza, se non addirittura ammirazione, per un comportamento scorretto che non merita comprensione, ma che deve essere messo alla gogna. Altrimenti diventa uno stile di vita.

Uno che se ne frega del prossimo, fino a mettere in pericolo la vita altrui, è un furbetto o un criminale? E il giornalista che lo definisce “furbetto” è un illuminato o un idiota?

Per me “furbetto” è una parola oscena, da cancellare dal vocabolario di un’Italia che vuole essere europea.

E scusatemi se per una volta sono stato serio. Non si può scherzare sempre, purtroppo.

Gianni Monduzzi

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