RACCONTI DALLA QUARANTENA #8 – UOMINI O VIRUS?

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Guardo fuori dalla finestra e vedo cieli azzurri. Persino su Shangai non c’è più la nuvola grigia di smog. Sul lago di Garda le papere selvatiche hanno invaso le strade. Ho visto filmati con cinghiali a spasso per il centro di una città. Mia cugina a Zocca ha degli istrici nel cortile che dormono beati. Gli animali si sono ripresi la Terra.

Ho una crisi d’identità. Mi viene il dubbio che noi umani, noi, fatti “a immagine di Dio”, non siamo poi così indispensabili, se non a noi stessi… che la Terra ci stia mandando un avvertimento? Non saremo mica noi, i virus, nevvero? Noi ci siamo replicati solo fino a sette miliardi… quanto si deve essere numerosi, per definirsi “virali”?

Il virus, dal punto di vista biologico, è un poveraccio, non ha nemmeno il DNA, non ha un sistema mitocondriale… non è neppure una cellula, non può neanche definirsi “vivo”. Una specie di Italiano in Europa.

Il poveraccio, per replicarsi, deve entrare in una cellula umana… noi abbiamo sistemi molto più divertenti per replicarci! Questa distinzione però non mi basta, il sospetto di essere un piccolo virus ormai mi attanaglia.

E se la Terra non avesse bisogno di noi? Se non avesse bisogno nemmeno della BCE, con la sua stitica carta filigranata? Né degli Olandesi, con i loro forzieri colmi di tasse fregate ai fratelli europei? Nemmeno della grande Germania, con il suo surplus fuori controllo, che quest’anno, per simmetria, si tramuterà in un sur-menus fuori controllo?

Nel vedere tutte queste prodezze umane, mi sento sempre più un piccolo virus, un sottomultiplo di un altruismo universale, che pare stia solo nel Regno dei Cieli. Quei bei cieli azzurri, senza smog, che vedo fuori dalla mia finestra.

Sono qui chiuso in casa, siamo una famigliola di tre piccoli virus, una cellula una e trina, che cerca di non ospitare il collega virus senza portafoglio. Un virus spiantato da cui ci disinfettiamo tre volte il giorno, non vogliamo mica pagare i suoi debiti esistenziali. Se non ha la cellula, sono fatti suoi. Non venga a elemosinare da noi. Nein!

 

Gianni Monduzzi

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