RACCONTI DALLA QUARANTENA #31 – VIRUS E CONSAPEVOLEZZA

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Il coronavirus è un incosciente… un assassino… uno scarto cinese? No, un effetto collaterale dell’origine della vita.

Il virus sta lavorando, senza nemmeno saperlo, per il Grande Disegno: l’evoluzione delle specie. Per arrivare ad essere uomo, di strada dovrebbe farne. Non gli basterà salire su un aereo in partenza da Wuhan.

E poi chi dice che noi umani siamo il prodotto finale? Lo diciamo noi! Ah ecco… dimenticavo che noi siamo fatti a immagine e somiglianza di qualcun Altro… no, non siamo esattamente modesti…

A parte la tragedia che stiamo vivendo, dal punto di vista umano, cerchiamo di vedere se c’è qualcosa di positivo, in questo macello.

Il virus ci ha costretti in casa, ci ha costretti a pensare.

Ci siamo resi conto di chi sono i nostri veri amici… e sono pochissimi. Senza affari in comune o altri giochi di privilegio, restano solo quelli che condividono con noi semplicemente la consapevolezza di essere vivi, di essere un soffio nel vento. Affratellati da un sogno in comune, che per abitudine chiamiamo “vita”.

La vita come selezione delle specie e selezione delle amicizie. Ho cancellato vari nomi dalla rubrica. L’ho sfoltita, grazie al virus. Qui sopravvive chi ha un buon sistema immunitario. Nella rubrica sopravvive chi è davvero un amico.

Il virus ci ha fatto capire molte altre cose. Che viviamo in una bolla mentale, e noi ci mettiamo al centro, d’ufficio. Un mondo ego-centrico. Come certi “amici” al telefono: c’è uno che parla e nessuno che ascolta.

La civiltà umana… questo ammasso di fumi pestilenziali, di auto puzzolenti, di parole al vento, di media che replicano i soliti mantra. Siamo al centro del mondo. Del nostro mondo. Un mondo che c’è solo nella nostra mente.

Con l’amico vaccino (un amico vero…) noi torneremo a vivere, ma non sono sicuro che sarà la stessa vita. Meno amici nella rubrica, meno illusioni di onnipotenza, ma un passo avanti verso la consapevolezza…

Gianni Monduzzi

 

 

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