Noi FLOP ci sentiamo diversi uno dall’altro: è nelle scelte che ci scopriamo uguali, purtroppo.
Il che comporta seri problemi logistici.
Il nostro arrivo ha di solito le caratteristiche di un’invasione delle cavallette. In autostrada, al cinema, in treno… dove siamo noi, c’è ressa.
Sociologi, demografi, uomini del marketing studiano le nostre migrazioni come gli zoologi quelle dei tonni e delle sardine.
Il traffico si blocca, i posti sono esauriti, i prezzi si alzano… Un sacco di gente ne approfitta.
Se qualcuno di noi sceglie una via di fuga, la calca lo segue.
Dovunque andiamo, siamo tanti anche là.
Questo fenomeno ci insegue dappertutto.
Entriamo in borsa?
Il valore delle azioni raddoppia all’istante.
Noi, che amiamo seguire il corso della corrente, incoraggiati, continuiamo a comprare, almeno finché un articolo catastrofista, che un VIP ha commissionato con una telefonata da un panfilo, ci persuade a rivenderle per un quarto di quanto le avevamo pagate.
Pare un destino. Tutte le volte che un titolo sta per precipitare, noi l’abbiamo appena comprato.
Per fortuna si trattava di una somma di denaro modesta: erano semplicemente tutti i nostri risparmi.
Sospetto che gli speculatori ci utilizzino come campione.
Dove noi mettiamo i soldi, loro li levano. Sanno che, appena giunte in nostro possesso, le azioni perderanno buona parte del loro valore.
Nelle nostre mani il denaro evapora, volatilizza, sublima.