RACCONTI DALLA QUARANTENA #14 – CONGIUNTI DISGIUNTI

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Il governo ha finalmente aggiunto alle poche libertà concesse, la visita ai congiunti, anche fuori in città.

Chi sono i congiunti? Fino a che punto di estensione si spinge il vocabolo? Ce lo stiamo tutti chiedendo, consultando dizionari, Treccani, codice civile.

In fondo, “siamo tutti fratelli”, sostiene la Chiesa. Non credo che basti, tutti sanno che non è vero. Anche un amico col vizietto, è un congiunto, sostengono i gay. Ora che ci penso, anche i miei cugini di montagna dovrebbero essere parenti… e talvolta se ne ricordano persino. Ecco l’occasione buona per andare a trovarli, in mezzo ai castagneti!

Il coronavirus ci fa riscoprire i legami del sangue. Ce n’era bisogno. Spulciamo la rubrica del telefonino per vedere se c’è qualcuno che potrebbe rientrare, anche in senso lato, nella categoria. Magari un parente di cui c’eravamo scordati, ma che adesso vien buono.

Un secondo cugino può bastare? Forse anche quel mio caro amico che è suocero di mio cognato… no, quello è fuori regione, purtroppo. E la fidanzata? Beato chi ce l’ha. Forse basta solo una morosa… allora siamo a nozze! Si fa per dire… che poi mica te la sposi… ma ora te la tieni cara, per fare un giretto fuori le mura.

Per andare a far visita a un amico, bisognerà fingersi gay? C’è chi ha pensato di indossare un po’ di braccialetti, due anelli e un orecchino, per trarre in inganno i gendarmi che presidiano i varchi. Quelli non sono mica scemi e stanno lì per verificare le tue inclinazioni sessuali. Basterà la chincaglieria? Che non pretendano prove più concrete…

Gianni Monduzzi

 

 

 

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