Categoria: Falliti e contenti

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Leggiamo con angoscia che i prezzi delle ville a Portofino sono in forte crescita. Peccato! Con i nostri risparmi eravamo in procinto di comprarci due o tre metri quadrati.

Dovremo accontentarci, ancora una volta, di Viserbella.

Un gran bel posto, in fondo. La sabbia è adatta ai bambini. Sugli scogli liguri i nostri figli sarebbero stati in pericolo.

Non è il loro habitat.

Quel tipo di mare va bene per gli adolescenti VIP, che si tuffano dai panfili e riemergono sorridenti tra faraglione e faraglione.

I nostri rampolli finirebbero spiaggiati, come cetacei da bagnasciuga.

 

Per le nostre vacanze preferiamo mari tranquilli e sicuri, come la costa Adriatica, dove la sabbia abbonda e per raggiungere acque profonde si deve andare al largo per centinaia di metri.

L’Adriatico è una località balneare unica, dal delta del Po fino ad Ancona.

Cambiano solo gli altoparlanti, che tengono i bagnanti informati su tutti gli argomenti in grado di interessarli: bambini smarriti, barconi da pesca con fritto misto, svendite e saldi di tutta la stagione…

Su quell’unica spiaggia che non finisce mai è in vendita tutto quello che serve: fettine di cocco, bomboloni, frutta candita, orologi cinesi…

I vucumprà scorrazzano avanti e indietro, proponendo ogni sorta di mercanzia.

A uno che non ci sia abituato, la pubblicità degli altoparlanti lungo la spiaggia può dare un pochino fastidio. A noi no: ci rassicura.

Conferma che ci troviamo in un luogo civilizzato, dotato di ogni servizio, mica su un approdo desolato, di quelli frequentati un tempo dai bucanieri della Tortuga, nel mar dei Caraibi.

Gli annunci degli altoparlanti evocano le comodità e l’opulenza dei grandi centri commerciali.

Siamo nel cuore pulsante della Civiltà.

I momenti più pericolosi della nostra giornata sono quelli in cui attraversiamo la strada lungomare per trasferirci dalla pensioncina ai bagni e viceversa.

Questo ci conferma la saggezza della nostra scelta.

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Mentre noi FLOP sappiamo tutto dei VIP, loro, poverini, ignorano quasi tutto di noi. C’è da capirli: non esistono riviste di gossip che li tengano informati.

Per esempio, non si rendono conto di quanto sia a posto la nostra coscienza.

La coscienza è l’accessorio di cui andiamo più orgogliosi.

Alla sua manutenzione dedichiamo le nostre cure più assidue.

Leggendo le biografie dei VIP non possiamo fare a meno di restare sorpresi: si direbbe che il loro equipaggiamento, così ricco in beni materiali, non preveda la più importante fra le dotazioni immateriali: la coscienza, appunto.

Al suo posto, un grande rigoglio di pelo sullo stomaco.

Ma come faranno? Non hanno rimorsi, a tradirsi senza ritegno? a scannarsi per un’eredità? a scambiarsi atroci ricatti per un divorzio?

Peccato, perché per il resto sarebbero persone meravigliose. Sempre con i capelli a posto; senza una smagliatura della pelle; senza una ruga; puntuali all’appuntamento (quello col successo, non gli altri… specie quelli con i FLOP); sorridenti.

Che temperamento!

Che forza!

L’etica è nostro pallino; forse addirittura la nostra ragion d’essere.

Non ce ne vantiamo perché sappiamo bene che è l’occasione a fare l’uomo ladro, e a noi di occasioni ne sono sempre capitate pochine; o magari ci sono capitate, ma non ce ne siamo accorti.

Una cosa è certa: nessuno tenta di corromperci, forse perché non contiamo niente.

Anche se siamo sicuri che non cederemmo alla tentazione, la cosa finisce per essere un po’ frustrante.

Qualche volta avremmo voglia di denunciare certi corruttori notori per omesso tentativo di corruzione

A tratti ci assale l’idea che ferocia e successo siano strettamente collegati tra loro; che il secondo non esista senza la prima.

Ma davvero per fare fortuna occorre essere degli assoluti bastardi?

Un po’ lo pensiamo, un po’ ci vergogniamo di pensarlo: non sarà, una convinzione del genere, frutto d’invidia e d’ignoranza?

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Ormai noi FLOP siamo gli unici a dare un valore al cosiddetto “pezzo di carta”: la laurea. I VIP sanno bene che quella carta non ha più valore di quella di certi famosi rotoloni, e si presta ottimamente allo stesso uso.

Sono ben altri i titoli che contano, nel Terzo Millennio!

Ma noi siamo gente all’antica: apparteniamo a una generazione intermedia in cui un laureato, per tonto che fosse, un reddito se lo assicurava, magari alle Poste o in qualche altro anfratto del labirinto statale o parastatale.

Orgogliosi, e insieme un po’ incerti, guardiamo i nostri figli andare in giro per le strade con la loro corona di alloro, seguiti da un codazzo strombazzante; spesso sbracati, seminudi, tutti pitturati.

Sembrano cannibali; invece sono Dottori!

Festeggiano il giorno fatidico in cui, da studenti che erano, sono diventati disoccupati.

Peccato che il nonno, ultimo delle infinite generazioni di non laureati, non possa godere di quello spettacolo esaltante.

Ha l’Alzheimer.

Ora abbiamo un dottore in casa. A nostro carico.

Ci vengono le lacrime agli occhi.

Smisurati sono stati i risparmi per raggiungere l’obiettivo, ma infine ci siamo riusciti: abbiamo conferito spessore alla nostra posizione di primi laureati nella storia della famiglia, assicurando una prosecuzione.

La laurea è diventata ereditaria.

Per noi è una bella soddisfazione… e un bell’alibi per il ragazzo, che, pur dichiarandosi smanioso di trovare un lavoro, con la laurea è legittimato a rifiutare molte occupazioni non all’altezza delle sue attese.

Sappiamo bene che la laurea di nostro figlio non è più la laurea di un tempo… la laurea VIP.

Fra le nostre mani qualsiasi privilegio si deteriora, perde il valore originario.

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Noi FLOP ci sentiamo diversi uno dall’altro: è nelle scelte che ci scopriamo uguali, purtroppo.

Il che comporta seri problemi logistici.

Il nostro arrivo ha di solito le caratteristiche di un’invasione delle cavallette. In autostrada, al cinema, in treno… dove siamo noi, c’è ressa.

Sociologi, demografi, uomini del marketing studiano le nostre migrazioni come gli zoologi quelle dei tonni e delle sardine.

Il traffico si blocca, i posti sono esauriti, i prezzi si alzano… Un sacco di gente ne approfitta.

Se qualcuno di noi sceglie una via di fuga, la calca lo segue.

Dovunque andiamo, siamo tanti anche là.

Questo fenomeno ci insegue dappertutto.

Entriamo in borsa?

Il valore delle azioni raddoppia all’istante.

Noi, che amiamo seguire il corso della corrente, incoraggiati, continuiamo a comprare, almeno finché un articolo catastrofista, che un VIP ha commissionato con una telefonata da un panfilo, ci persuade a rivenderle per un quarto di quanto le avevamo pagate.

Pare un destino. Tutte le volte che un titolo sta per precipitare, noi l’abbiamo appena comprato.

Per fortuna si trattava di una somma di denaro modesta: erano semplicemente tutti i nostri risparmi.

Sospetto che gli speculatori ci utilizzino come campione.

Dove noi mettiamo i soldi, loro li levano. Sanno che, appena giunte in nostro possesso, le azioni perderanno buona parte del loro valore.

Nelle nostre mani il denaro evapora, volatilizza, sublima.

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Noi FLOP presentiamo la più bassa incidenza di suicidi.
Del che traiamo vanto.
Non è certo per vigliaccheria che ci teniamo a essere vivi.
Semplicemente, nonostante amarezze e delusioni, continuiamo ad amare la vita: quella di ogni giorno; quella che scorre silenziosa.
Sono gli altri, quelli che ci opprimono, a non farcela più.
Ogni mattina guardano la loro faccia sciagurata nello specchio, i denti finti e i capelli trapiantati, le rughe spianate con il botulino.
La menzogna dilaga in loro, come la peste. Li affoga, Li divora.
Cercano di sopravvivere, aspirando linfa dai nostri sogni ingenui.
Solo la nostra invidia li fa sentire vivi.
Un giorno smetteremo di invidiarli. Non li ammireremo più.
Sono dei malati, dei mostri.
Degli zombi.
Tornate nei vostri loculi, dentro il recinto della TV e del gossip. Vi porteremo un cero nelle edicole.
Morte ai licantropi!
Non è invidia la nostra, è ribrezzo.
Andate all’Inferno, e così sia.

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